
24 Giugno 1859. La battaglia di Solferino e San Martino
di Piero Bartoloni e Rocco Cassandri
“Bella è la battaglia quando la si vede descritta dai poeti e dipinta dai pittori perché non ne dipingono che il cuore di essa; bisogna vedere il muto è spaventoso aspetto di un campo dopo la battaglia.
Quando si combatte non si pensa più nulla perché ebbri di sangue, in vedendo tanti morti e tanti feriti, ma dopo la battaglia quando i sentimenti di compassione e di dolore sottentrano all’indifferenza, allora …….hoi! Allora se non piangono gli occhi piange il cuore……..”
Abbiamo voluto dare al titolo il nome di due battaglie, apparentemente distinte, perché combattute lo stesso giorno ed in località molto prossime tra loro.
Anche se la storiografia ha sempre considerato quella di Solferino la battaglia di Napoleone III e dei francesi, e quella i San Martino dei Piemontesi, vogliamo invece pensarla come una sola battaglia perché contro lo stesso esercito avversario, per uno stesso obbiettivo è come già detto combattuta lo stesso giorno.
La peculiarità di questa Battaglia, ovvero della fusione delle due battaglie, è quella di essere stata sempre considerata come la più sanguinosa della storia risorgimentale italiana.
La frase, riportata in alto, che abbiano utilizzato per il nostro incipit all’articolo è stralciata da una lettera (fig. n 1) scritta, il 25 giugno 1859, da un volontario sabaudo, Francesco Pistoia, del 1 Reggimento della Brigata Savoia.
La lettera racchiude il senso vero della sofferenza di un soldato che ha visto attorno a se la carneficina della lotta ed il campo seminato di morti.
[continua…]